LA FIABA DEL LAGO DEI CIGNI

di e con Martina Pittarello e Gabriele Grotto

Un lago argentato, un mago crudele, un principe distratto. E un gruppo di fanciulle trasformate in cigni, per un maleficio. Una storia straordinaria ispirata al famoso balletto con le musiche di Čajkovskij.

narrazione e musica, dedicata ad un pubblico di famiglie e ragazzi a partire dai 6 anni
per spazi teatrali e non teatrali ( biblioteche, giardini, corti o case private)

INFO: martina pittarello cell 3356566991, martinapittarello@gmail.com

( l’immagine è di Lisbeth Zwergen ed è tratta dal libro Il lago dei cigni – Nord Sud Editori)

LA NOTTE DELLE LUMERE

TIN teatro in natura La festa di tutti i Santi nelle leggende della tradizione popolare veneta

La festa di tutti i Santi nelle leggende della Tradizione popolare veneta

Con Valentina Brusaferro Andrea Dellai Martina Pittarello
Testo e regia:Valentina Brusaferro
Coordinamento organizzativo: Martina Pittarello
TIN (TEATRO IN NATURA)


Le maranteghe Bepina e Clarice, vivono al crocevia del paese di Salvi. Sono ottime cuoche. Poco lontano, vicino al vecchio mulino, abita Nazareno, striosso rumaosso. Ottimo vinaio. Tutti gli anni, tra la fine di ottobre e i primi di novembre, si ritrovano attorno al fuoco per festeggiare la fine del lavoro nei campi. Questa mattina presto, la combriccola, è andata al mercato per fare la spesa. Sulla via del ritorno, passando davanti al camposanto, uno spirito goloso comincia ad inseguirli. Striosso e maranteghe, impauriti, scappano a gambe levate fino alla radura dove hanno acceso un bel falò. Per riprendersi dalla lunga corsa, si fermano a bere un bicchiere di vino raccontandosi storie di mondi rovesciati.. per affrontare la paura.. con coraggio!

APPROFONDIMENTI SUL PROGETTO A CURA DI VALENTINA BRUSAFERRO

La festa nell’antichità
Nella tradizione pagana occidentale, il periodo tra la fine di ottobre e i primi di novembre, rappresentava un momento importante per la comunità. La gente si riuniva per celebrare la fine della stagione dei raccolti, si praticavano veglie, cerimonie, riti propiziatori per scongiurare i pericoli del freddo e garantire la
conservazione dei frutti della terra. Erano giorni di festa, dove adulti, vecchi e bambini si riunivano attorno al fuoco per ascoltare leggende, storie e racconti.
Queste antiche usanze erano accompagnate da rituali simbolici e religiosi che celebravano la natura pronta per il letargo in attesa della primavera. Le cerimonie segnavano la fine della fatica del lavoro dei campi e l’inizio di un lungo periodo di riposo, il sole si abbassava per incontrare il crepuscolo, la luce si scuriva muovendo Le ombre circostanti, il paesaggio si trasformava, la distanza tra il mondo materiale e il mondo spirituale diventava più sottile, pareva che i due mondi si avvicinassero fino a fondersi in una sorta di interregno che segnava il trapasso tra la fine della stagione estiva e l’inverno, l’inizio del cosiddetto semestre oscuro; metaforicamente il passaggio ciclico tra la vita e la morte. Si credeva allora che i defunti tornassero a fare visita ai propri cari, lungo i crocevia e sui davanzali delle finestre apparivano le lumere che indicavano la strada di casa agli spiriti, si usava imbandire la tavola con i frutti della terra, per permettere loro di rifocillarsi e di tornare poi nella loro dimensione. Lo spettacolo “La notte delle lumere” nasce per condividere il significato più antico e spirituale di questa festa attraverso le radici della cultura pagana occidentale e della tradizione popolare veneta.
La festa ai giorni nostri Nel tempo, la festa ha acquisito un significato sacro per la religione cristiana,
diventando la festa di tutti i Santi e la commemorazione dei defunti, ma nella nostra epoca è attraverso la festa americana di Halloween che i bambini riconoscono principalmente tale ricorrenza; la quale, seppur inflazionata da criteri economici e consumistici, risponde alla necessità di non dimenticare gli spiriti dei morti, quando attraverso il gioco del travestimento i bambini assumono le loro sembianze e chiedono ai vivi un’offerta in cambio della loro benevolenza bussando alle porte delle case e ripetendo “dolcetto o scherzetto”?
Lo spettacolo “La notte delle lumere” proposto nel periodo di Halloween, vuole
offrire un’ esperienza alternativa alle tendenze che calcano linguaggi e immagini mainstream, celebrando gli spiriti attraverso il rito antico del teatro.


Il progetto
Il progetto si svolge in uno spazio inserito nella natura, in un ambiente rurale o agreste (una radura, un campo, un bosco, una corte o un giardino), e coinvolge il pubblico in un’esperienza immersiva dedicata al tema della morte e della rinascita. La comunità si unisce attraverso il rito del teatro, un gruppo di maranteghe e striossi, (figure Immaginifiche della cultura popolare veneta), raccontano storie dimenticate, il pubblico, seduto attorno al fuoco, ascolterà i racconti popolati di spiriti ed esseri ultraterreni che accompagnavano anticamente la vigilia di Ognissanti. La proposta, coinvolge un pubblico di adulti e bambini uniti in un’esperienza emozionante, rispettosa del fanciullo, delle sue paure, della necessità di riconoscerle e imparare a gestirle. La rivelazione di
un’antica ricetta, accompagnerà i più giovani nella gestione delle emozioni, offrendo loro un antidoto efficace quando le immagini poetiche sulla vita e la morte apriranno a tante domande e la paura potrebbe prendere il sopravvento. L’evento si concluderà con un momento conviviale dove tutti i presenti
balleranno attorno al fuoco.


Lo spettacolo
Le maranteghe vivono al crocevia del paese di Salvi.
Sono ottime cuoche. Poco lontano, vicino al vecchio mulino, abitano Nazareno e Plinio, striossi rumaossi. Sono ottimi vinai. Tutti gli anni, in questo periodo, maranteghe e striossi si ritrovano attorno al fuoco per festeggiare la fine del lavoro nei campi. Questa mattina presto, la combriccola, è andata al mercato per fare la spesa; hanno comperato barbabietole, cicoria, zucche, cavoli, cipolle, castagne, melograni, uva, cachi, fichi secchi e carrube. Sulla via del ritorno, passando davanti al camposanto, uno spirito goloso comincia ad inseguirli. Le maranteghe e gli striossi impauriti scappano a gambe levate fino al tramonto quando finalmente trovano riparo in una radura al centro della quale accendono un bel fuoco. Per riposarsi dalla lunga corsa si fermano a bere un bicchiere di vino
nuovo e a raccontare delle storie… Storie di spiriti che avevano perso la strada, di lumere che con la loro luce salvano i viandanti dai precipizi, di zucche-lanterne che illuminano la strada ai morti che tornano a trovare i vivi, di bestiari fantastici, fenomeni paranormali, fuochi fatui e sc-iantisi. Storie di ricette prelibate come “ i ossi de striossi” e ” el pan dei morti”
.
Destinatari
Lo spettacolo è dedicato ad un pubblico di adulti e bambin* a partire dagli 8 anni.
Info
Martina Pittarello
martinapittarello@gmail.com
3356566991

STORIE DI NATALE

LA FIABA DEL LAGO DEI CIGNI
Con Martina Pittarello e Gabriele Grotto

Un lago argentato, un mago crudele, un principe distratto. E un gruppo di fanciulle trasformate in cigni, per un maleficio. Una storia straordinaria ispirata al famoso balletto con le musiche di Čajkovskij.
Foyer del teatro Goldoni a Venezia, 28 dicembre 2024